Fragilità

Catania, 01/11/2017.

Sono qui, nella stanza del residence che mi ospita durante questa mia trasferta di lavoro, che cerco di metabolizzare la notizia ricevuta nel pomeriggio. Matteo, un ragazzo appena ventenne, ci ha lasciati.

La sua storia di Instagram, registrata meno di 23 ore fa, è ancora lì, a rappresentarlo felice alla festa di Halloween. Felice come era ogni qualvolta lo incontravo in giro.

Considerarlo un amico mi sembra irrispettoso nei confronti di lui e di chi con lui ha veramente vissuto attimi intensi. Ma nei vari momenti che ho passato con lui non poteva non emergere quanto fosse una buona persona. Sempre pronto a scambiare due parole con me, a confrontarsi sul corso di laurea appena intrapreso e che molto aveva in comune con il mio, a raffrontarsi sui risultati sportivi, ad offrirmi un calice di vino. Era una di quelle persone veramente considerabili “brillanti”.

Ed è in questi momenti che le domande più profonde emergono. Qui ti domandi che senso ha tutto. Qui ti chiedi cosa puoi fare affinché la tua vita abbia un senso per te e per la comunità intera. Qui ti chiedi perché la vita di un ragazzo debba essere stroncata a vent’anni, quando ha appena iniziato ad intraprendere la strada verso i propri sogni. E con fatica ammetti di non aver risposte ed indossi le cuffie per coprire il rumore assordante di tutte le domande.

L’unica cosa che con certezza so è che Matteo, con le sue piccole azioni di sempre, ha saputo guadagnarsi una posizione di rispetto da parte mia. Ed in quanto tale sarà una di quelle persone che nel corso della mia vita ripenserò spesso, riservandogli uno spazio nella mia memoria.

Ciao Silli

Posted in Vita quotidiana
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