Per aspera ad astra

Ponte di Legno, 12/04/2020.

É innegabile che molte volte gli eventi calamitosi danno una spinta al progredire della società.

Facciamo un primo esempio pensando ad eventi drammatici quali le Grandi Guerre.

Quanto sarebbe stato lento lo sviluppo del traffico aereo se esso non fosse stato studiato in tempo di guerra (ricordo, ad esempio, gli studi di Giulio Douhet sul dominio dell’aria)? O a che punto saremmo oggi con la tecnologia se durante la seconda guerra mondiale non ci fossero stati studi sulla teoria dell’informazione (a tal proposito é d’obbligo citare gli studi di Alan Turing)? O ancora, oggi potremmo essere così sicuri ad effettuare transazioni bancarie od a scambiare informazioni private sul web, se in tempi di guerra non fosse emerso il bisogno di condividere informazioni riservate (vedi Storia della Crittografia)?

In queste situazioni si é andata a creare una situazione di concorrenza fra gli stati, che altro non ha fatto che accelerare processi che, se fossero stati trattati in situazioni ordinarie, avrebbero impiegato anni per evolversi.

Rapportandolo ad un ambito microeconomico, sarebbe come se, varie aziende (gli stati) continuassero a perfezionare il loro prodotto (dotazioni tecnologiche e scoperte scientifiche) per avere la supremazia.

Passiamo ora ad un altro esempio. Pensiamo a pandemie del calibro di Peste Nera ed AIDS.

Anche in questi casi, eventi catastrofici hanno portato ad avere progressi in campi come l’igiene (basti pensare ai processi di derattizzazione che la Peste Nera ha portato), la prevenzione e la medicina.

In questo caso, facendo un confronto con il mondo economico, la situazione é leggermente diversa. Non ci troviamo più davanti ad una forma di concorrenza, ma passiamo ad una sorta di cooperazione per un bene superiore (la sopravvivenza dell’umanità).

La causa di queste differenza é lampante. Nel caso delle guerre le fazioni che si scontrano sono contrapposte (uno stato lotta contro un altro stato). Nel caso invece delle pandemie, l’umanità lotta unita contro nemici invisibili.

Questi eventi d’altro canto, é evidente come dietro di sé lascino devastazione. Ma é evidente anche come il mondo intero si sia sempre rialzato, facendo da quell’istante in poi tesoro di quanto appreso.

Voglio quindi concludere questa mia riflessione con un lume di speranza nel futuro, rammentando che i segni indelebili che la pandemia lascerà su di noi diverranno parte integrante della nostra storia.

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